- Per gli eletti non può valere il principio di segretezza che vale per i cittadini: mentre questi ultimi non devono col loro voto rendere conto a nessuno, i rappresentanti devono rendere conto agli elettori, anche se non sono incatenati dal mandato imperativo.
- Chi chiede il nostro voto deve dirci che cosa pensa e poi anche mostrarci come decide. E deve farlo alla luce del sole.
- Ora che i partiti sono macchine per la selezione e la protezione degli eletti, il voto segreto è a tutti gli effetti un mezzo per rendere nulla l’opinione dei cittadini e, soprattutto, per dare ad alcuni di essi più potere che ad altri.
I liberali e i conservatori inglesi dell’Ottocento sostenevano che dietro il voto segreto si nascondono truffatori e traditori, codardi e bugiardi. Si riferivano al voto dei cittadini (che era pubblico). E avevano torto. Con l’estensione del suffragio, la questione si ripropose per i parlamentari. Divenne chiaro che per gli eletti non può valere il principio di segretezza che vale per i cittadini: perché mentre questi ultimi non devono col loro voto rendere conto a nessuno, i rappresentanti



