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L’enigma dell’autonomia differenziata: non è solo una questione di Lep ed equità

LaPresse
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  • L’autonomia differenziata non apre solo una questione di squilibri territoriali e di equità. Le richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, tuttora prive di giustificazione, sono talmente numerose e pervasive da produrre una frammentazione inaccettabile delle politiche pubbliche. 
  • L’enfasi sui Lep è una foglia di fico che non risolverebbe le questioni in ballo. Essi riguarderebbero un numero molto limitato di materie e la loro definizione non sarebbe risolutiva per i livelli di spesa come dimostra l’esperienza della sanità dove esistono da tempo.
  • Serve una legge quadro che affronti la sostanza della questione, interpretando l’articolo 116 della Costituzione per circoscrivere l’ambito delle materie trasferibili e chiarire la natura delle motivazioni accettabili a favore della differenziazione. Parallelamente, occorre completare il disegno dell’articolo 117, con la determinazione da parte dello Stato dei principi fondamentali per le singole materie. 

La discussione sull’autonomia differenziata si sta concentrando sul peggioramento degli squilibri territoriali che, con ogni probabilità, ne deriverebbe. Da qui l’attenzione sulle modalità di finanziamento delle richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna e sulla necessità di salvaguardare chi risiede nelle altre regioni determinando i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) che devono essere garantiti in tutto il paese. Sono certamente temi cruciali. Il desiderio di ottenere risorse

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