Commenti

La condanna a Caffo, i diritti “astratti” e gli errori di Chiara Valerio

Dovremmo cercare di immaginare i sentimenti dell’altra parte coinvolta in questo processo, l’ex compagna di Caffo, o magari anche del padre di questa donna. Come si sentono adesso queste persone? E come si sarebbero sentite se questa sentenza fosse giunta, come voleva Chiara Valerio, a pochi giorni dalla lezione di Caffo sull’anarchia a Più libri più liberi?

Come ha detto Gino Cecchettin, una sentenza non risolve il problema della violenza di genere. Né cura quella malattia del maschile denunciata con estenuante lucidità da Edoardo Albinati ne La scuola cattolica (Rizzoli, 2016). Una sentenza non è mai verità morale, né verità definitiva. Non lo è quando è di primo grado, come questa che condanna Leonardo Caffo a quattro anni, al risarcimento per 45 mila euro e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per le violenze verbali, morali e f

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE