Cari partiti, ho ricevuto la vostra letterina di fine anno e l’ho letta attentamente.

Dalla qualità delle critiche ho subito capito che non è stata scritta dai vostri segretari, scarsi frequentatori del parlamento, tranne quando c’è una tv opportunity, e quindi poco conoscitori del suo funzionamento e della sua dinamica.

Avete ragione a lamentarvi della compressione del parlamento, ma non dipende essenzialmente da me, ma dai vostri capigruppo e dai vostri stessi rappresentanti. L’ordine del giorno e i tempi dei lavori vengono decisi da loro. Il fatto è che nei vostri gruppi mancano le competenze (i parlamentari sono stati da voi selezionati in base al tasso di obbedienza, no, non fatemi scrivere di servilismo, al leader di turno, non con riferimento alle necessarie competenze) e le esperienze.

Dunque, i capigruppo non conoscono i precedenti e fanno molti errori. Molti hanno la tendenza a scrivere emendamenti che sono messaggi ai gruppi esterni che hanno sponsorizzato la loro candidatura.

Per lo più quegli emendamenti sono inutili e sbagliati, ma insieme agli errori risultano costosissimi in termini di tempo e qualche volta richiedono l’apposizione del voto di fiducia per farli cadere tutti e in blocco.

Quanto ai tempi, è vero che la legge finanziaria ha la tendenza ad “approdare” nelle commissioni apposite quasi in zona Cesarini, ma è altrettanto vero che talvolta sono i vostri parlamentari a fare mancare il numero legale per la discussione.

Comunque, trovo curioso che, soprattutto i parlamentari di maggioranza, non vengano informati dai loro ministri e sottosegretari e non ottengano da loro i giusti suggerimenti su quello che è controverso o che è ancora possibile cambiare e migliorare.

Purtroppo, siete un po’ tutti voi e i vostri giuristi di riferimento prigionieri di una falsa concezione del ruolo del parlamento il cui compito principale non è fare le leggi, ma dare rappresentanza ai cittadini e controllare il governo, che significa cogliere i punti deboli non solo delle leggi di origine governativa, ma valutare come e quanto sono attuate e con quali inconvenienti.

Anche a questo proposito esperienza e competenza sarebbero decisive. In quella che voi e i giornalistoni impropriamente chiamate Prima Repubblica esistevano entrambe.

Non le creerete con i limiti ai mandati e con la riduzione del numero dei parlamentari.

Un test importante delle vostre capacità sarà l’elezione del presidente della Repubblica. Non siate troppo preoccupati dalla mia eventuale elezione, che è tutta nelle vostre mani.

Sappiate, però, che anche la nomina del prossimo capo di governo è nelle vostre mani. Toccherà solo voi decidere a chi darete la fiducia. Non mi pare siate politicamente e psicologicamente preparati. Buon anno.

 

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