L’Europa non è un vassallo degli Usa. Ma non cada nella logica della forza

Il nostro rapporto con gli Stati Uniti fa discutere. Fa un po’ sorridere tutta questa corsa di molti analisti ad affermare che «siamo vassalli o colonie dell’America». Ai tempi di Joe Biden o di Barack Obama non si diceva. Perché tutta questa foga proprio ora? Facciamo chiarezza sulle nostre relazioni. Punto numero 1: l’Italia ha perso la Seconda guerra mondiale. Ospitiamo ancora 10mila-15mila soldati Usa sul nostro territorio con varie basi e a nostre spese. Alloggiamo anche 60-80 ordigni nucleari americani, pronti all’uso e fuori dal nostro controllo (malgrado una teorica doppia chiave). Punto numero 2: l’Alleanza atlantica per noi rimane un obbligo. Siamo stati “graziati”. A Yalta non si parlò di Italia, già finita nel campo occidentale. Inglesi e francesi ce l’avevano con noi per il “tradimento” del 1940 («il colpo di pugnale alla schiena», dicono i francesi ancora oggi), e pure gli americani che ci perdonarono in fretta. Il culto del capitale, per questo l’Europa non può liberarsi da Trump Conseguenza: la lealtà a Washington resta un fatto incontrovertibile e immutabile della nostra politica estera per ogni governo di qualunque colore. Quando ci sono stati problemi (Sigonella e via dicendo) sono stati rapidamente riassorbiti. Ciò non ha significato appiattimento totale: l’Italia ha aderito al processo europeo e ha potuto fare la ”sua” politica (vedi paesi arabi o Balcani) quando ha voluto, sempre tenendo conto del parere Usa. Quindi fa un po’ sorridere chi oggi fa lo stupito o lo scandalizzato, mentre prima non lo era. È vero: Donald Trump è un presidente più difficile degli altri, ma non più legato ai propri interessi dei predecessori. E non è nemmeno vero che sia il primo antieuropeo: lo erano già altri, basta ricordarsi di Richard Nixon e del suo segretario al tesoro John Connally che trattava gli europei da «scrocconi». Si legge che l’Italia e l’Europa non hanno una dottrina strategica al pari di quella Usa. Non è una sorpresa: l’Europa è un processo in corso e gli europei sono gente molto difficile. Gli Usa sono una potenza ostile. L’Europa e le tre mosse per emanciparsi C’è poco da piangersi addosso come se fosse colpa di altri (russi o americani o cinesi a scelta) che ci vorrebbero «inghiottire»: questo è solo vittimismo riluttante. È sufficiente rammentare che i francesi votarono contro la Ced (Comunità europea di difesa) cercando di fare da sé. L’Italia più saggiamente rimase sotto l’ombrello Nato. È necessario rammentare anche che la Nato non fu un’imposizione americana, ma una richiesta europea occidentale. Siamo stati benissimo (italiani ed europei) in questa situazione senza mai lamentarcene. Farlo ora non fa che dare ragione a Trump. La Guerra fredda è davvero finita e tutto si è rimesso in movimento: anche per questo le frontiere della fine della Seconda guerra mondiale sono rimesse in discussione. Erano parte di un accordo che giunge al termine. Roosevelt a Yalta disse «Deve durare almeno 80 anni» e così è stato. Abbiamo visto muoversi tutto in ex Jugoslavia, poi in Georgia e ora in Ucraina. Aspettiamoci altre sorprese e organizziamoci di conseguenza. Ma per favore senza lamentarci, senza finte sorprese e senza scandalizzarci come se fossimo stati traditi. Perchè l’Europa può (e deve) usare i soldi della Russia L’integrazione europea è – ancora una volta – messa alla prova: è l’ora della responsabilità, non della lagna. L’unico errore da non commettere è reagire pensando che la sola soluzione sia quella di assomigliare a Russia o America: la scelta della forza. L’Europa è diventata qualcos’altro in questi decenni: una nuova realtà post-imperiale che crede nel diritto e nel multilateralismo. Ritornare alle antiche stagioni della forza non solo è impossibile, ma è inutile: sappiamo già come va a finire. Russia e America non vincono più una guerra dal 1945 e pagheranno il prezzo di ciò che stanno facendo (già ora lo pagano senza accorgersene). Ciò che accade nel Donbass non è vittoria per i russi. Il mondo non è più quello di una volta: è molto più plurale e complesso. L’Europa lo capisce meglio degli imperi, decadenti e/o arrabbiati che siano. Ci vogliono strumenti politico-diplomatici più flessibili e intelligenti che solo l’Europa detiene perché li ha usati internamente di questi decenni. Senza tante eccitazioni occorre mettere mano con calma e lucidità a una visione che convinca e vada oltre il solito quadrilatero Usa-Russia-Cina-Europa. La pace non si impone, ma si compone: inutile stracciarsi le vesti e urlare al tradimento. Gli Usa e l’Europa credono nella svolta ucraina: «Più garanzie in cambio di territori»