- Prosegue inarrestabile il deprezzamento della lira turca, agevolato dalla convinzione del presidente Erdogan che l’inflazione, giunta al tasso annuo ufficiale dell’80 per cento, si combatta riducendo i tassi d’interesse;
- Il paese ha fame di dollari, accresciuta dallo shock inflazionistico globale, ma le riserve valutarie proprie sono state prosciugate dalla futile difesa del cambio della lira;
- Il ricorso a prestiti in dollari da parte di altri paesi mediante linee di swap e il gioco di sponda con l’ingombrante vicino russo sono il rischioso puntello della spregiudicata proiezione di potenza regionale che Erdogan persegue attivamente, dal Medio Oriente all’Africa;
Prosegue inarrestabile il deprezzamento della lira turca, giunto oltre il 100 per cento annuo, e non potrebbe essere altrimenti, visto che la banca centrale esegue fedelmente la volontà del presidente Recep Tayyip Erdogan, convinto che l’inflazione si combatta abbassando i tassi d’interesse. Lo shock inflazionistico che sta colpendo tutto il mondo e con particolare violenza i paesi emergenti, data la forza del dollaro e il conseguente deflusso di valuta per comprare energia, alimentari e mate



