Effetto Afghanistan

L’inutile fantasma di Tony Blair che incombe sul Labour Party e sulla politica inglese

  • Gli interventi di Tony Blair in materia di governance mondiale e geopolitica sono ormai diventati quasi una nuova ‘categoria giornalistica’. Non poteva certo ‘saltare’ la crisi afghana.
  • Quanto Tony Blair stia difendendo l’indifendibile è evidente, così come è chiaro che la sua opinione non incida granché. Il protagonismo di Blair sta però pesando sul futuro del partito laburista e, allo stesso tempo, esponendo tutti i limiti del populismo del primo ministro.
  • La lista dei precedenti storici è lunga. Qualsiasi comparazione credo però sia inutile. Questa è una congiuntura storica nuova e per affrontarla c’è bisogno di strumenti intellettuali e politici altrettanto nuovi coraggiosi. Tony Blair non è di aiuto. E pace per i supportes che ancora ha in Italia.

Se il principale dovere di un ex capo di governo è quello di rimanere in silenzio, allora l’ex primo ministro laburista non è un buon esempio di garbo istituzionale. Gli interventi di Tony Blair di fronte a questioni di governance mondiale e geopolitica sono infatti ormai diventati una nuova categoria giornalistica. A ogni crisi internazionale fra commenti sul suo Institute for Global Change, articoli sul Guardian con consuete traduzioni sulle ben note testate europee e interviste televisive,

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE