Scaricabarile (buck passing per fare inquietare l’onorevole Rampelli) è il nome del gioco, non proprio nuovissimo, al quale si stanno esercitando i/le governanti del centro destra e i loro affannati sostenitori. Se i progetti per ottenere gli ingenti fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza presentano criticità la responsabilità è sostanzialmente del governo precedente.

Se la loro attuazione è in ritardo e rischia di sforare i tempi è colpa della burocrazia nazionale. Se molti investimenti non avanzano e appaiono irrealistici dipende dal mancato controllo su fondi che, forse per non scontentare nessuno, sono stati distribuiti a pioggia.

Allora, arrivano a sostenere alcuni dirigenti leghisti, meglio rinunciare a qualche tranche di quei fondi. Per fortuna esiste un’alternativa: chiedere le proroghe possibili e correre pancia a terra per attuare l’attuabile in maniera credibile.

Quando si verifica un’alternanza al governo, alcune delle lamentele sono espresse dai vincitori un po’ in tutti i sistemi politici.

In Gran Bretagna, il paradiso delle alternanze, alle lamentele i vittoriosi accompagnavano anche lo smantellamento delle riforme fatte dai predecessori. Il declino britannico degli anni Sessanta dello scorso secolo non dipese solo dalla perdita dell’Impero.

Le lamentele, le accuse e le critiche ai predecessori non servono quasi mai a migliorare la situazione se non sono rapidamente seguite da proposte nuove, proposte alternative, proposte originali. Qualcuno aggiungerebbe che quelle proposte dovrebbero essere poi affidate per l’esecuzione proprio ai proponenti, fatte camminare sulle loro gambe. Qui sta il punto più delicato.

Non sono del tutto sicuro che la burocrazia italiana sia così inadeguata, lenta, incompetente come viene dipinta. Anzi, sono certo che esistono anche isole di eccellenza.

Però, ho letto che la burocrazia è tenuta a eseguire quanto i ministri le affidano e, di conseguenza, che, per tornare alla metafora, il barile non può non essere di competenza di ciascun ministro.

Alcuni ministri di questo governo potrebbero sostenere che hanno trovato il barile bell’e pronto. Discutiamone. Ma di altri, a giudicare da quel che dicono, è possibile mettere in dubbio la competenza, specifica e generale.

Guardando al governo Draghi, molti ricorderanno che nei ruoli chiave economici e sociali, il presidente del Consiglio aveva reclutato, senza timore che gli facessero ombra, personalità di rilievo nel loro settore. Per questo tipo di reclutamento è tardi, ma qualche sostituzione sarebbe apprezzabile.

Purtroppo, ministri non abbastanza competenti non sono neppure in grado di farsi aiutare da collaboratori eccellenti.

Il gatto si morde la coda e l’Italia tutta rischia di perdere l’opportunità del secolo. Good bye (ancora per Rampelli).

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