Gli insulti di Zangrillo a Galli («sei un sessantottino») evidenziano che l’ideologia resta fattore insopprimibile. Anche nella lotta al Covid. Il medico di Berlusconi incarna la destra del laissez faire, per cui la libertà individuale è sacra. L’infettivologo del Sacco preferisce l’approccio keynesiano. Dove la cura della collettività prevede che lo Stato imponga regole e limiti
- Alberto Zangrillo e Massimo Galli si sono scontrati nei talk show. Il medico di Berlusconi, accusato di essere un negazionista dal collega, ha risposto ricordando «la militanza sessantottina» dell’infettivologo
- La questione è più seria di quanto sembri: i due scienziati incarnano due opposte fazioni ideologiche e politiche, che propongono due risposte diverse dalla sfida del Covi
- Zangrillo ripete ricette della destra del laissez faire, dove la libertà dell’individuo prevale su tutto. Galli preferisce un’approccio di sinistra, keynesiano, dove lo Stato impone regole e limiti per proteggere tutta la collettività
Quando Massimo Galli e Alberto Zangrillo passano alle vie brevi, con il primo che dà dell'irresponsabile al secondo e il medico di Berlusconi che risponde ricordando «la militanza sessantottina» all'infettivologo del Sacco, è chiaro a tutti che s’è saltato il fosso. E che la scienza, traumatizzata dall'arrivo del Covid 19, rischia di tracimare definitivamente nell'opinione. Lo sconcerto del pubblico, alla ricerca affannosa di guide autorevoli di fronte all’ignoto, è comprensibile. Ma lo scon



