- Salvini e Meloni hanno dichiarato più volte di avere come modello Orbán (e pure Putin, e Trump). E in Europa hanno sempre difeso i governi ungherese e polacco. Perché mai dovremmo sottovalutarli, o non prenderli sul serio?
- Eppure, molti nostri liberali preferiscono loro a un centro-sinistra allargato ed europeista. La mappa delle amministrative è rivelatrice su questo. Da Torino a Roma, al Mezzogiorno.
- È una scelta suicida, innanzitutto per l’Italia; oltre che contraddittoria per loro. Il destino dell’Italia in questi anni Venti non è affatto già scritto. Ma se prenderà la strada peggiore, sarà innanzitutto per la cecità e l’incoerenza di molti che si definiscono liberali.
Dove vanno i liberali italiani? Si sta saldando da noi un’alleanza anomala. Nel centro-destra i sovranisti (Salvini e Meloni) sono largamente maggioritari e si rifanno esplicitamente alla «democrazia illiberale»: se la legge elettorale rimarrà immutata, alle prossime elezioni queste forze si presenteranno compatte. A loro si contrappone uno schieramento di centro-sinistra guidato dal Pd di Enrico Letta e che trova un alleato imprescindibile, piaccia o meno, nei Cinque stelle capeggiati da Gisue



