- In principio ci fu l’idea di aggregare il meglio delle culture politiche riformiste del paese: quella, certamente non socialdemocratica, degli ex comunisti, quella dei cattolico-democratici, degli ambientalisti, di qualche liberale, con la non troppo curiosa, ma grave, esclusione della cultura socialista.
- Poi, in realtà, di queste culture già allora evanescenti si vide molto poco il tasso di riformismo, cosicché il Partito democratico affidò la sua identità a una aspirazione: la vocazione maggioritaria, e a un metodo: le primarie, nella affermazione orgogliosa che la leadership doveva essere “contendibile”.
- Oggi, dopo Veltroni, Bersani, Renzi-Renzi e Zingaretti, quattro segretari che hanno vinto le primarie e con reggenti Franceschini, Epifani, Martina loro subentrati solo temporaneamente, possiamo dire che la leadership è stata fin troppo contendibile.
In principio ci fu l’idea di aggregare il meglio delle culture politiche riformiste del paese: quella, certamente non socialdemocratica, degli ex comunisti, quella dei cattolico-democratici, degli ambientalisti, di qualche liberale, con la non troppo curiosa, ma grave, esclusione della cultura socialista. Poi, in realtà, di queste culture già allora evanescenti si vide molto poco il tasso di riformismo, cosicché il Partito democratico affidò la sua identità a una aspirazione: la vocazione maggi


