- Vladimir Putin ha accusato la macchina culturale dell’occidente di «cancellare» ogni contenuto scomodo o non conforme ai desideri degli ambienti progressisti, come è stato il caso di JK Rowling, ostracizzata «solo perché non soddisfaceva le richieste dei diritti di genere».
- Se l’obiettivo del Cremlino è smascherare l’ipocrisia dell’occidente democratico, è facile replicare notando che la virulenza dei dibattiti in casi simili a quello di Rowling è essa stessa il segno di una libertà d’espressione, pur imperfetta, ma che non ha oggi uguali in Russia.
- È bene, quindi, non cadere nella trappola di Putin. Ancor meglio sarebbe decidersi ad abbandonare un’etichetta, cancel culture, che funziona come un significante vuoto, privo di alcun significato definito. I veri pericoli per la nostra libertà, nel mondo reale, sono altrove.
L’occidente di fronte alla guerra: il pericolo è Vladimir Putin non la “cancel culture”
26 marzo 2022 • 15:33