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L’ottimismo del Def non regge alla realtà dei dati

  • Il DREF stima una crescita all’1 per cento quest’anno e all’1,5 e 1,3 nei due anni successivi. Previsioni corroborate dall’indice di fiducia di imprese e consumatori, e dal Pil cresciuto dell’1,8 per cento nel primo trimestre superiore all’1,3 dell’Eurozona. Si vuole adottare una politica fiscale prudente. E lo spread rimane stabile al di sotto dei 190 punti, rispetto ai 250 al momento delle ultime elezioni e formazione del nuovo Governo.

  • Allora, perché Moody’s e Goldman Sachs hanno espresso giudizi negativi sul nostro debito pubblico? Prima di gridare al complotto dei poteri forti, sarebbe utile analizzare i dati: si scoprirebbe che non ci sono crisi finanziarie dietro l’angolo, ma tanti rischi per la sostenibilità del debito.

  • Il rischio maggiore è che tutto questo avviene proprio quando l’Europa sta ridefinendo il Patto per riportare deficit e debiti nel limiti dei vecchi parametri del 3 e 60 per cento che imporrà vincoli alle nostre finanze pubbliche. Gioverebbe al Paese se il Governo, invece di un atteggiamento conflittuale e oppositivo nei confronti di Bruxelles ne adottasse uno più propositivo e costruttivo,

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