Verso la metà dell'Ottocento dei diplomatici cinesi furono mandati in Europa a vedere che cosa succedeva. Al rientro descrissero all'imperatore cose mai viste a Pechino. Già sul vascello senza vele notarono le forchette.

A Londra si eccitarono per le donne che andavano ai ricevimenti a spalle scoperte, autorizzate a ridere in presenza di uomini e addirittura a guardarli negli occhi. E furono colpiti da case montate su ruote che scorrevano lungo barre d'acciaio.

Gli europei avevano inventato il treno e il capitalismo moderno. Il futuro era una scommessa. Chi aveva soldi e un'idea costruiva una fabbrica. Se aveva solo l'idea cercava soci, e la società per azioni fu inventata per i non abbastanza ricchi. Karl Marx e Friedrich Engels criticavano lo sfruttamento bestiale degli operai. Ma il sistema si faceva forte della regola spietata a cui erano sottoposti i padroni: rischiavano tutto, se andava male erano sul lastrico. Nei casi estremi la vergogna del fallimento portava al suicidio.

I tempi sono cambiati e Luca Cordero di Montezemolo è in grado di impartirci lezioni anche dopo il catastrofico fallimento in soli tre anni della sua Alitalia targata Renzi-Etihad.

Non è finito sul lastrico perché nel capitalismo all'italiana paga sempre lo stato, con la scusa di tutelare i lavoratori.

Tre giorni fa, in un'intervista sui destini della nazione, il nostro ha descritto i pilastri del capitalismo dei furbetti. Il primo: «Vedo bonus, sussidi, aiuti, troppi annunci che restano tali». Il secondo: «Se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo chiude». E' una manovra a tenaglia.

Se lo Stato non dà soldi a Italo, in crisi per la pandemia, Montezemolo chiude e licenzia. Ma ai 1.500 dipendenti che finirebbero per strada, niente «bonus, sussidi, aiuti». Questo non è più capitalismo, è la sua degenerazione "rapace" di cui parlano gli economisti Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini in Quel mondo diverso, pamphlet appena pubblicato da Laterza. 

Montezemolo non ha inventato il treno né rischia i suoi capitali nella Ntv-Italo di cui è presidente.

La fiabesca storia di Ntv è ricostruita nel libro Alta rapacità dal giornalista Gianni Dragoni. Viene costituita  l'11 dicembre 2006. I soci fondatori sono, oltre a Montezemolo, i suoi amici Diego Della Valle (Tod's) e Gianni Punzo detto "o’ pannazzaro”.

Versano un milione di capitale. La quota di Montezemolo è (segnatevi la cifra) 316.666 euro. Dopo 57 giorni, il 6 febbraio 2007, il governo Prodi assegna alla microscopica società neo-costituita la "licenza di impresa ferroviaria" che autorizza a far sfrecciare treni a 300 all'ora.

La licenza data al volo, e senza chiedere requisiti, centuplica il valore di Ntv. Così, quando nuovi soci (Intesa Sanpaolo, Assicurazioni Generali, le ferrovie francesi Sncf) apportano i 250 milioni necessari a comprare i treni, Montezemolo e i suoi amici restano magicamente padroni del 38 per cento delle azioni e il loro pacchetto schizza a 100-150 milioni di valore.

Nel 2018 il secondo miracolo. Arriva il fondo americano Gip e offre per i treni Italo due miliardi di euro. E' il triplo della valutazione data alla società quattro mesi prima per far entrare nel capitale l'ad Flavio Cattaneo.

Tutti gli azionisti si precipitano a vendere e Montezemolo fa bingo: i 316 mila euro di 12 anni prima sono diventati 254 milioni. Lui li incassa senza dover spiegare a nessuno come li abbia meritati. Avete capito? I due miliardi di capitale straniero non creano niente, finiscono direttamente nelle tasche di Montezemolo e soci. E adesso lui si dice pronto a mettere per strada 1.500 persone se il governo non molla il sussidio, e il mitico capitale straniero che dovevamo attrarre a tutti i costi non c'è più.

E' il capitalismo all'italiana. Finché va tutto bene sei l'eroe che "rischia per creare lavoro" e pretende la gratitudine degli sfruttati. Se però si mette male il capitale sparisce e i posti di lavoro li devono salvare i contribuenti.

Se Montezemolo rimettesse in Ntv un po' dei soldi presi due anni fa dagli americani, il problema sarebbe risolto. E' un'idea rozza, ma non quanto questi arraffoni che di elegante hanno solo il cognome multiplo.

Finché  continueranno a dare un simile spettacolo, almeno non si lamentino del diffuso odio anti-capitalista: l'hanno seminato loro.

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