Dunque, come tutti sappiamo, vivendola da qualche mese, siamo in un’epoca di questioni geopolitiche delicate. E arrivo subito al dunque: Silvio Berlusconi, stando alle sue parole, avrebbe mandato un certo numero di bottiglie di lambrusco all’amico Putin.

Non voglio entrare nel merito se il momento era adatto o no, e se sarebbe stato più opportuno che Silvio Berlusconi, invece di mandarle a Vladimir Putin, avesse mandato queste bottiglie di lambrusco metà a Biden e metà alla von der Leyen. Oppure magari era meglio mandare dieci bottiglie di lambrusco a Biden, cinque bottiglie di lambrusco alla von der Leyen e soltanto due a Putin. Può darsi.

Ma sento oggi alla televisione, direi che era La 7, un politologo che dice che di vino Berlusconi non ne capisce molto e che piuttosto che il lambrusco ci sarebbero stati molti altri vini migliori e più buoni da mandare a un capi di stato. Ecco: mi sembra un giudizio fortemente veteroenologico e che rivela un’esperienza del vino molto parziale. 

Un problema di corposità

Vorrei dire a questo politologo che non più di cinque o sei anni fa un mio amico che di mestiere vende vino e vive a Castellina in Chianti, mentre in località Guzzano (provincia di Bologna) eravamo davanti a casa mia e stavamo bevendo un ottimo lambrusco di Sorbara, in quel momento io chiedevo al mio amico che cosa ne pensava del lambrusco e lui mi spiegava che il vino va apprezzato secondo due assi principali: corposità e acidità. Anche se molta gente si concentra soltanto sulla corposità.

Quindi mi aveva detto che per quanto il lambrusco di Sorbara a corposità faccia un po’ pena, invece in quanto a acidità, il lambrusco di Sorbara rivela una acidità che soltanto alcuni altri grandi vini riescono ad avere. Ergo, il lambrusco di Sorbara per lui era un grande vino. Quindi se un politologo vuole parlare di lambrusco non dovrebbe dire che il lambrusco è un vino così così, dovrebbe piuttosto dire che a lui, che apprezza i vini privilegiando la corposità, non verrebbe mai in mente di regalare a Vladimir Putin del lambrusco, perché lui suppone che anche Putin privilegi in un vino la corposità, e che quindi, per esempio, se lui dovesse regalare a Putin delle bottiglie di vino, gli regalerebbe del Brunello di Montalcino, che ha molta corposità.

Io invece a Putin, come Berlusconi, gli manderei una cassa di lambrusco di Sorbara. E non ci trovo niente di strano.

Sorbara

Però a mio giudizio c’è un ulteriore livello di analisi: sto pomeriggio mi sento al telefono con un mio amico reggiano, e gli dico «hai sentito che Berlusconi ha regalato a Putin delle bottiglie di lambrusco?», lui non ne sapeva ancora niente, allora gli ho spiegato tutto e poi gli ho anche detto che avevo sentito un politologo che diceva che se Berlusconi se ne intendeva di vino, non avrebbe mai regalato a Putin del lambrusco, perché il lambrusco sarebbe un po’ così così.

Allora il mio amico mi ha detto: «Ma era lambrusco reggiano o lambrusco di Modena?» che in fondo era la domanda giusta. Io gli ho detto che questo non era ancora stato chiarito, e gli ho detto «potrebbe essere stato addirittura lambrusco di Parma o lambrusco di Mantova per quanto ne sappiamo, anche se io riterrei di poterlo escludere».

«L’importante – ha detto il mio amico – sarebbe di sapere che lambrusco gli ha regalato. Secondo me un buon lambrusco di Sorbara ci fa la sua figura».

Io gli ho detto che ero d’accordo, anche secondo me un buon Sorbara ci faceva la sua figura, e un buon reggiano può essere comunque piacevole. Però quale lambrusco fosse proprio non si sapeva. Qualcuno forse l’avrà anche saputo, ma la notizia per adesso non era ancora circolata. Alla fine certe notizie, le più importanti, non le danno mai.

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