Dopo il caso della bambina ucraina

Maternità surrogata, il vero problema è l’assenza di regole

  • La storia della bambina di 15 mesi, nata in Ucraina e poi abbandonata alle cure di una babysitter da una coppia italiana, restituisce impulso al dibattito sulla gestazione per altri e impone un ulteriore sforzo di riflessione sulla necessità di una regolamentazione stringente.
  • Non c’è ragione per negarlo, la vicenda – per quanto ancora avvolta dall’incertezza – è sconcertante. E proprio per questo, è brandita da alcuni come una clava. Viene trasformata in un banco di prova per condannare la gestazione per altri, da un lato appiattendone le complessità, dall’altro accendendo ad arte i riflettori sugli aspetti più controversi.
  • La regolamentazione deve porre al centro tutte le donne coinvolte secondo diverse direttrici e naturalmente i bambini. Sono molti i pilastri, emersi nel dibattito che si è sviluppato all’interno del femminismo e non solo.

La storia della bambina di 15 mesi, nata in Ucraina e poi abbandonata alle cure di una babysitter da una coppia italiana, restituisce impulso al dibattito sulla gestazione per altri e impone un ulteriore sforzo di riflessione sulla necessità di una regolamentazione stringente. I dati del ministero della Salute ci dicono che in Italia il 15 per cento delle coppie incontra problemi di fertilità. Secondo l’indagine del Censis, invece, oscillerebbero fra 20 e il 30 per cento. Tra queste, quasi il 7

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