L’emendamento alla manovra che introduce un taglio dell’aliquota di 4 punti percentuali (una tantum) per le aziende è atteso per venerdì in Parlamento. Lasciando da parte tutti i vincoli per accedervi, come è possibile nell’attuale situazione di bilancio pubblico proporre misure tanto inutili quanto dannose?
Il governo dice di voler sostenere gli investimenti introducendo l’Ires premiale a favore delle imprese, ovvero un taglio dell’aliquota di 4 punti percentuali (una tantum) per un contro valore di 400 milioni di euro. L’emendamento alla manovra che introduce questa nuova agevolazione alle aziende è atteso per oggi in Parlamento.
Lasciando da parte tutti i vincoli per accedere a questa agevolazione, così rigidi da avanzare dei dubbi se il governo ci fa o ci è, come è possibile nell’attuale situazione di bilancio pubblico proporre misure tanto inutili quanto dannose?
Gli investimenti sarebbero rallentati dalle tasse troppo alte? Davvero il governo crede di poter sostenere la crescita delle imprese, questa è la narrazione dominate, con un impegno finanziario pari allo 0,08 per cento del totale degli investimenti realizzati dal sistema economico? Per essere ancora più crudi, con un impegno pari allo 0,02 per cento del Pil?
Gli investimenti non sono correlati al livello delle tasse, piuttosto alle aspettative delle imprese rispetto alla crescita dei consumi e all’emergere di nuovi mercati. Leggere Confindustria che chiede di ragionare seriamente su l’Ires premiale è una offesa verso gli imprenditori perbene.
Spreco di denaro pubblico
Se poi guardiamo ai vincoli per accedere a tale beneficio, possiamo capire quanto sia inutile. Lo sconto sulle imposte sarebbe infatti concesso solo a patto di non aver fatto richiesta di cassa integrazione negli anni 2024 e 2025. Inoltre il numero dei dipendenti a libro paga dev’essere superiore alla media di quelli degli anni 2022-23-24 e almeno il 24 per cento degli utili va reinvestito su innovazione digitale e transizione green.
Ma un’azienda con queste caratteristiche investirebbe anche senza Ires premiale, se non altro perché non lo facesse finirebbe per perdere quote di mercato. Siamo dinnanzi al ridicolo e allo scempio di denaro pubblico (scarso) perché nessuno ha il coraggio di denunciare il Patto di Crescita e Sviluppo europeo appena approvato da tutti gli Stati europei.
Comprendo le dinamiche politiche di ogni ordine e grado, ma spacciare certe misure come essenziali per il nostro sistema economico è come affermare che il sole gira intorno alla terra. La legge di bilancio è un guscio vuoto e sostanzialmente stabilizza le una tantum dell’anno scorso (minore entrate fiscali pari a meno 17 mld), ma vedere la politica discutere di condono delle multe ai no vax e di pagliuzze come la riduzione dell’Ires è un’offesa alle sfide che il Paese dovrebbe affrontare.
Dobbiamo cambiare il motore della macchina senza fermarla. Non servono a nulla spintarelle a una macchina che ormai è quasi ferma. Forse un giorno la politica, le parti sociali e gli economisti si metteranno a discutere di cose serie, ma servono grandi idee ancor prima di grandi leader.
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