- Le prese di posizione recenti del governo tedesco sulla governance europea mostrano un desiderio di tornare al mondo di prima, imperniato sulla disciplina di bilancio e sulla competizione tra paesi europei
- le élites tedesche non sembrano cogliere appieno non solo il fatto che non si può tornare ad una concezione della politica economica per cui l'unico faro è la disciplina di bilancio; ma anche il fatto che il modello di crescita tedesco sembra essere arrivato al capolinea
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Il deficit di investimenti pubblici e privati che ha ridotto la competitività dell’industria tedesca, l’aumento di disuguaglianza e precarietà, la dipendenza crescente dalla domanda estera, problematica in un contesto geopolitico sempre più incerto, hanno contribuito a rendere la Germania un gigante dai piedi d’argilla. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno semplicemente amplificato questi problemi.
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Serve che una discussione europea ambiziosa e ad ampio raggio faccia distogliere lo sguardo delle élites tedesche dal proprio ombelico per provare a ridare centralità all’Europa in un momento di grande turbolenza geopolitica, che si estenderà certamente ben oltre la guerra in Ucraina
In queste settimane in cui la campagna elettorale cattura l’attenzione della classe politica italiana, non dovremmo smettere di guardare oltre le nostre frontiere. Colpisce il disinteresse per quello che sta succedendo in Germania. Le difficoltà in cui si dibatte la maggiore economia europea, infatti, avranno conseguenze per il nostro paese molto più rilevanti del domino delle alleanze e dei giochi di potere cui assistiamo in casa nostra. La settimana scorsa il ministero dell’Economia e della



