Impressiona vedere con quale gravità e al tempo stesso spensieratezza tutto il mondo politico, nessuno escluso, discute delle capacità del ministro Roberto Speranza. Qualcuno si accanisce sull'argomento come se fosse il bivio tra l’uscita dalla pandemia e l'avvitamento in una tragedia senza fine. Qualcuno mette il broncio modello “guarda di che cosa mi tocca discutere”, ma non si sottrae al presunto dovere costituzionale di perdere tempo. Tutti sembrano ospiti di una sala giochi insonorizzata in cui condurre le più triviali scaramucce politiche senza essere disturbati dai rumori della realtà, come le centinaia di decessi giornalieri o i milioni di famiglie che letteralmente non sanno più come nutrire i propri figli.

Il fatto più scandaloso è che, ascoltate opposte analisi da reality show (“Speranza è bravo” o "Speranza è un disastro", con allegati giochi di parole da asilo sul cognome del ministro), non si capisce qual è il problema. Vorremmo sapere solo se questo ministro della Salute ha fatto degli errori e quali, e se sostituirlo consentirebbe un cambio di marcia nel contrasto alla pandemia. Ma nessuno lo dice perché nessuno lo sa. Infatti nessun politico, nessun tecnico e nessun cittadino è in grado di dire chi ha deciso che cosa in questo anno di caos. Sappiamo che le azioni di contrasto (lockdown, organizzazione sanitaria, piano vaccinale) sono state decise da una spesso litigiosa assemblea composta da presidenza del Consiglio, ministero della Salute, Comitato tecnico scientifico, Istituto superiore di sanità, governatori delle regioni, assessorati regionali e burocrazie sanitarie nazionali e territoriali. A partire dal peccato originale, la decisione di non fare la zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo un anno fa, ancora non sappiamo chi è stato. Ieri Speranza ha ammesso alla Camera che meno della metà degli over 70, i più esposti al rischio, hanno avuto la prima dose di vaccino. Però ha rivendicato di aver prescritto la precedenza agli anziani fin dal 2 dicembre scorso. Però ha aggiunto che «ora, anche alla luce della nuova ordinanza del commissario Figliuolo, tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni». Ma se l'ordine era chiaro fin dall'inizio, a che serve l’ordinanza di Figliuolo? Qualcuno non si è attenuto? Chi? E adesso, si attengono? Chissà. Delle cose che contano non parlano mai. E nessuno si assume la responsabilità di qualcosa, intenti tutti a travestirsi da opinionisti per non pagare dazio.

Ci resta quindi solo lo spettacolo osceno della loro partita politica. Apprendiamo che Fratelli d'Italia punta, con la mozione di sfiducia individuale, a mettere in difficoltà la Lega alla quale contende la leadership del centrodestra. Infatti Salvini ha balbettato che «non è semplice governare con Pd e Speranza ma è necessario». Anche a Italia viva piace la messa in mora di Speranza, principale elemento di continuità tra l'abbattuto governo Conte bis e il governo Draghi. Pesa anche il fatto che il ministro della Salute è segretario di Mdp-Articolo Uno, che è la componente più di sinistra del governo e della maggioranza. Vederlo sotto attacco consente ad alcuni buongustai della politica fatta col goniometro di cogliere sentori di spostamento a destra del baricentro di Draghi.

Se almeno uno di loro, magari lo stesso Draghi, avesse il coraggio di assicurarci che questa della politica con la P maiuscola, come piace a loro, è la strada maestra per combattere il virus, il senso di sconforto si attenuerebbe. Invece no, fanno finta di nulla e continuano a esercitarsi nelle prove di bravura dentro la sala giochi insonorizzata.

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