- In un paese uno-e-multiplo, nessuno sembra ora volere una corresponsabilizzazione.
- La responsabilità è ambita, sembra di capire, se e quando associata a decisioni che fanno buona publicità a chi le prende – tagliare i nastri, aprire i commerci, alleggerire i divieti: tutto ciò piace molto.
- Decidere di chiudere, reprimere, togliere spazio – questa è una di quelle responsabilità che i presidenti di Regione hanno mostrato di non gradire.
La scelta, ardua e coraggiosa, che un governo nato sotto mediocri auspici era stato capace di mettere in campo, a marzo, ha spiazzato un po’ tutti, in Italia e all’estero. Le opposizioni, il mondo dei media, le Regioni in quei mesi di chiusura ermetica e poi di graduale apertura (fino a metà giugno) hanno usato parole forti contro il governo – accusato spesso di sovietismo, di essere un leviatano sanitario, di statalismo autoritario, ecc. In primavera, le Regioni hanno contestato la chiusura i


