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Non ascoltarsi è il modo migliore per allontanare la pace

Foto Claudio Furlan/LaPresse 25 Aprile 2022 Milano (Italia) News Manifestazione per il 25 Aprile festa della Liberazione, corteo da Corso Venezia Nella foto: contestazione da parte di un gruppo di antagonisti verso manifestanti con bandiere nato Photo Claudio Furlan / LaPresse 25 April 2022 Milan (Italy) News Demonstration for April 25, Liberation Day, parade from Corso Venezia In the photo: protest by a group of antagonists against protesters with NATO flags
Foto Claudio Furlan/LaPresse 25 Aprile 2022 Milano (Italia) News Manifestazione per il 25 Aprile festa della Liberazione, corteo da Corso Venezia Nella foto: contestazione da parte di un gruppo di antagonisti verso manifestanti con bandiere nato Photo Claudio Furlan / LaPresse 25 April 2022 Milan (Italy) News Demonstration for April 25, Liberation Day, parade from Corso Venezia In the photo: protest by a group of antagonists against protesters with NATO flags
  • Al settantaseiesimo giorno di guerra la domanda è: perché siamo tutti così inabili a trattare il pensiero di una pace possibile e necessaria? Lasciamo da parte le caricature.
  • Due ipotesi. La prima è compresa nella dialettica che da tempo si è impadronita del nostro discorso pubblico: è inevitabile si creino due categorie, quella degli “ottimati” e del “popolo”.
  • Come uscirne? Non è il mio mestiere, ma se un consiglio mi sento di dare è provare – non sarà semplice, ma neppure impossibile – a depurare la scena dai nostri reciproci pregiudizi.

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