La strage di via d’Amelio: 19 luglio 1992

Non sappiamo i loro nomi, ma a uccidere Borsellino non è stata solo la mafia

AP1996
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  • Con l’autobomba del 19 luglio 1992 hanno assassinato Borsellino e “suicidato” la Cosa Nostra di Totò Riina. Un piano perfetto.
  • La regia è altrove e se ne rintracciano indizi fin da prime indagini. Mai un'investigazione ha raccolto in sé tante anomalie e forzature, mai tanti inganni sono riusciti a passare al vaglio di procure della repubblica, corti di assise e corti di assise di appello fino a ricevere il bollo ultimo della Cassazione.
  • Il depistaggio di cui tanto si parla non è partito dopo l'attentato, il depistaggio è partito prima. Pentiti fabbricati in laboratorio, atti spariti, procuratori ben disposti a prendere ordini dagli apparati. Una giustizia piegata a interessi non di giustizia.

Perché sappiamo poco e niente sull'uccisione di Paolo Borsellino? Perché dietro quell'attentato non c'è solo mafia ma anche altro, soprattutto altro. Più che per Capaci, che già aveva messo in ginocchio l'Italia. E quel soprattutto altro, insieme a una ristrettissima fazione di Cosa Nostra, che ha ispirato la seconda strage dell'estate di trent'anni fa. Cinquantasei giorni dopo la morte di Giovanni Falcone c'era bisogno di qualcosa di egualmente spaventoso e clamoroso: serviva fare saltare in

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