Un paese come l’Italia che non ha ancora trovato una gestione a lungo termine dei rifiuti nucleari si ripropone di rilanciare una tecnologia bocciata dagli elettori e dal mercato e con una fantasia su tecnologie inesistenti come gli Smr. È interessante che ci sia una campagna in cui un esponente di Azione, il professor Zollino, già presidente della Sogin (società che gestisce il decommissioning dei vecchi impianti e i rifiuti nucleari), che dice che il problema delle scorie non esiste
L’idea di voler riportare il nucleare in Italia è un’illusione. Riavvolgiamo il nastro al 2009: Berlusconi e Sarkozy firmano un “memorandum of understanding” con l’impegno italiano di installare quattro reattori di nuova generazione (III+), gli Epr. A quell’epoca, l’azienda francese Edf aveva aperto il primo cantiere in Francia a Flamanville a fine 2007 e l’azienda proprietaria della tecnologia, la francese Areva, ne stava costruendo uno a Olkiluoto in Finlandia. Ritardi e costi esorbitanti



