- Una delle prime, fondamentali regole della comunicazione dell’emergenza: riconoscere l’incertezza di una situazione nuova e in evoluzione.
- Ma i nostri esperti non ci credono. Abbagliati dal paternalismo favorito da età e genere prevalenti nella classe dirigente italiana, sono convinti che ai cittadini si debbano dare certezze.
- Pensano di doverci dare come sicure solo le informazioni più confortanti, sorvolando su quelle sicure, ma sgradevoli.
Dopo i primi due anni e mezzo di pandemia, possiamo dire che per politici, medici e scienziati (pur con qualche meritevole eccezione) le parole più difficili da dire non sono “scusa” o “non ti amo più”, ma le semplici: “non lo so”. Eppure è una delle prime, fondamentali regole della comunicazione dell’emergenza: riconoscere l’incertezza di una situazione nuova e in evoluzione, spiegarla al pubblico, sottolineare volta per volta gli elementi di conoscenza già consolidati, le domande rimaste ap



