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Creare il “mostro” serve alla propaganda politica: il caso dell’omicidio di Sharon Verzeni

Su molti giornali e social quando si parla di qualcuno non esistono individui singoli, ma gruppi sociologici: africani, affetti da malattie, rapper. Questo è avvenuto anche per Moussa Sangare. Non può stupire che questo modo di comunicare dia l’assist a chi per mestiere fomenta e rinfocola il razzismo mai sopito di molti

Le reazioni più becere all’identificazione di un cittadino italiano di origini africane come presunto assassino di Sharon Verzeni sono, per l’appunto, reazioni. (Dico “presunto”, nonostante la confessione, perché forse dovremmo tutti aspettare il verdetto, anche per possibili rei confessi). Si tratta di reazioni a una precisa condotta comunicativa: la profilazione rozzamente sociologica dei sospetti. Su molti giornali, su molti social, per molte persone quando si parla di qualcuno – specialmente

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