Ci sono dei momenti in cui la vita ti pone domande che ti costringono a fare seriamente i conti con te stesso. Tipo “mare ad ottobre o montagna a luglio?  Oppure: “sulla pannacotta meglio il caramello o la marmellata ai frutti di bosco?”.

Cose che ti turbano, ti portano a ragionare. A volte anche a rivoluzionare la tua esistenza. 

Una di queste l’ha fatta recentemente il premier Mario Draghi quando ha chiesto, qualche giorno fa, in conferenza stampa, agli italiani:  «Preferite la pace oppure poter tenere i condizionatori accesi tutta l’estate?». Come direbbe Zerocalcare: “la domanda mi devasta”.
Partiamo dal fatto che non sapevo che le due cose si escludessero a vicenda, come l’elenco dei primi piatti nei menù fissi dove se prendi la lasagna al pesto verde non puoi prendere gli spaghettoni al ragù di seppia. 

Evidentemente non ci eravamo mai accorti che tenere il deretano al fresco da giugno a settembre non fosse compatibile con la stabilità politica internazionale. Probabilmente i condizionatori sono dei tipetti permalosi. 

Oppure alla guerra piace che nessuno stia al fresco mentre lei si sta manifestando in qualche parte del mondo, perché, si sa, guerra e inferno sono correlati quindi non è giusto che mentre si combatte ci sia chi può serenamente vivere a meno di 40 gradi all’ombra. Se c’è la guerra devi soffrire anche tu. Sì, anche tu che non c’entri un cazzo. 

La domanda del premier era chiaramente retorica: nessuno ammetterebbe mai di preferire le bombe sugli ospedali pur di non grondare sudore da ogni poro per 150 giorni l’anno. 

Da bravi bambini è quindi doveroso fare un dettagliato elenco al nostro Premier di tutte le altre cose fondamentali a cui siamo disposti a rinunciare in cambio della fine della pace: 

Le mutande. Le mutande sono un lusso decisamente contemporaneo. Certo, possono sembraci necessarie ma se devo scegliere tra la vita di persone che non conosco e le mie mutande di Victoria Secrets… Ok, forse è l’esempio sbagliato. Riformulo: rinunciare alle mutande economiche. Quelle di lusso invece possiamo tenercele anche in tempi di guerra. D’altra parte Draghi non ha certo chiesto ai milionari se preferiscono le vacanze sui propri Yacht o la pace, no? 

Lavarsi. Lavarsi è un’ abitudine che si possono permettere solo i ricchi occidentali privilegiati. In tante zone del mondo l’acqua non è sufficiente per lavarsi, quindi sicuramente possiamo farne a meno anche noi. Tanto molti già non lo fanno comunque. 

Le infradito. Come possiamo continuare a indossare queste vergognose calzature di plastica quando dall’altra parte del mondo c’è gente che soffre? Dismettiamole definitivamente. Ne gioverà la pace nel mondo ma anche il buon gusto. 

Le canottiere. Una rinuncia sicuramente dolorosa che però, oltre a dimostrare il nostro coraggio come popolo, ci libererà anche dall’incubo delle ascelle pezzate sui mezzi pubblici. 

Le sigarette. Secondo un solidissimo sillogismo: le sigarette provocano la morte, la guerra provoca la morte, quindi il fumo è come la guerra. Eliminiamolo. 

La cacio e pepe. Lo so, questa sarà forse la rinuncia più faticosa, più dolorosa, più incomprensibile e più devastante. Soprattutto se vivete nel centro Italia. Ma noi siamo un popolo coraggioso e per la pace siamo disposti a rinunciare a tutto, anche alla cacio e pepe. E se mai si dovesse paventare l’ipotesi di guerra nucleare potremmo, con eroismo, rinunciare anche alla carbonara. 

Il letto. Con che coraggio possiamo pretendere di dormire su un comodo materasso se a causa di questo continuano i conflitti? Quindi possiamo rinunciarci, tanto si può dormire sul divano. Per la gioia dei nostri osteopati. Ma tanto in nome della pace dovremo rinunciare anche a loro. 

L’abbonamento a Netflix. Sarà durissimo non vedere l’ennesima serie dispotica su un mondo devastato da pandemie e guerre. Ma in compenso possiamo intrattenerci con il mondo reale.

Il sesso. Ne abbiamo fatto a meno per quasi due anni di lockdown, possiamo benissimo continuare così. A patto che non ci tolgano Pornhub. 

Certo, una volta fatte tutte queste rinunce: riscaldamento, condizionatore d’estate, calzature da spiaggia, abitudini non salutari, materassi, e grassi saturi sarà come se fossimo a tutti gli effetti in guerra pure noi.

O forse ci siamo già, e non ce n’eravamo accorti.  

© Riproduzione riservata