Il papa, come sento alla tele, critica un po’ questo fatto così tipico della mia generazione di aver messo al mondo pochi figli. In genere se ne fanno zero, qualcuno ne fa uno, pochissimi più di uno (il mio amico Ferra ne ha fatti tre ma è anomalo).

Se devo affrontare il mio caso, per esempio io sono stato precario quindici anni, quasi sempre senza i due stipendi estivi, delle volte anche tre, quindi un figlio per me, che sono un tipico egoista contemporaneo, mi sarebbe costato delle scelte di acquisto che probabilmente non mi sentivo di fare.

Per esempio pagare mezzo affitto e fare mezzo figlio, bere una birra invece che due, facevo una birra e un latte per il bimbo. Se devo dire la verità poi mi capitava anche spesso di cambiare la potenziale mamma, quindi magari se fossi stato di un’altra etnia avevo già ventidue figli con sedici donne diverse, ma abituato all’occidentale, in quanto figlio dell’illuminismo e dei diritti (anche quelli degli altri) non volevo poi correre il rischio di finire sotto un ponte per gli alimenti, e nei due mesi estivi senza stipendio finire addirittura proprio sott’acqua.

Poi magari la madre mi mandava a fumare in balcone, e per come sono fatto io, mi sembrava che il figlio venisse fuori male se mi vedeva andare continuamente a fumare in balcone, mandatoci da una inviperita. E così via. Ma non volevo dire questo, che mi è scappato. Volevo dire che il papa se la prende con quelli che si prendono degli animali invece che fare dei figli.

Cani e gatti

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Cioè, analizziamo bene la cosa. Due sono lì a letto insieme, hanno appena finito di scopare, e uno dice: «Perché non ci facciamo un figlio?», l’altro è più meditativo, ha una coscienza problematica che lo porta a non buttarsi a piè pari nelle scelte impegnative della vita, sente l’impulso al temporeggiamento, e dice: «Perché intanto, per vedere come va, non ci prendiamo un cane?», «Tu che cane vorresti?», «Io vorrei un labrador», «No, se dobbiamo prendere un cane, andiamo a prenderlo al canile».

Discutono per un mese, vince il canile sul labrador. È andata, si prendono un cane. Ci sono, mi dicono dei miei amici che lavorano in quei settori, delle cose che possono essere considerate un po’ eccessive, come il Canettone e il Candoro per Natale, oppure la bambola gonfiabile per cani, ma è anche giusto che uno voglia che il suo animale sia veramente felice.

Ma torniamo al dunque. Dopo, per metà delle coppie, se il cane va bene, visto che col cane è andata bene, fanno un figlio. L’altra metà invece rimane coi cani. Oppure i gatti. C’è anche chi preferisce i gatti. Anche se il gatto è un po’ infido ed egoista come animale. Io preferirei un gatto, perché non c’è da girare col sacchetto in tasca per raccogliere la merda che mi sembra un po’ come andare a fumare in balcone.

Il patriarca scimpanzé

Comunque, sia il cane che il gatto, e qui ha ragione il papa, sono molto diversi da un figlio. Il figlio dopo un anno inizia a diventare bipede, mentre il gatto e il cane rimangono sempre quadrupedi. Poi non fanno parte della nostra linea evolutiva, sono proprio un’altra cosa come animali. E quindi ecco che arrivo alla mia proposta.

Invece del cane o del gatto, che sono oggettivamente così diversi da noi, non si potrebbe prendere degli scimpanzé, o dei bonobi, o anche dei gorillini? A me sarebbe sempre piaciuto vivere con uno scimpanzé, d’altronde lo faceva anche Tarzan, è vero che Tarzan a un certo punto con Jane ha fatto un figlio, però poi si fermato anche lui a uno perché doveva portarsi dietro tutti questi scimpanzé che lo consideravano il re delle scimmie, ma era poi come se lo considerassero una specie di padre, oppure un nonno.

Il grande nonno di tutti questi clan di scimpanzé.

E devo dirlo, a me piacerebbe fare il patriarca di una cinquantina di scimpanzé. Vado a fare un giro in centro e almeno venti scimpanzé che mi seguono.

Avevo anche sentito dire su internet che qualcuno ha spiegato cos’è la morte a uno scimpanzé che sapeva la lingua dei segni e questo scimpanzé poi non ha più voluto parlare con nessuno e si è chiuso in un mutismo depressivo.

Ecco, io questo non lo farei. Io gli leggerei le favole con la lingua dei segni che c’è sempre da aver paura, c’è il brivido, ma alla fine uno riesce sempre a farla franca e a sposare una principessa e a fare dei figli e quindi i miei scimpanzé dopo farebbero molti figli e io sarei già un felice patriarca con tutti questi nipoti e bisnipoti scimpanzé che porterei a arrampicarsi sugli alberi dei viali di Modena e metà mi seguirebbero per strada e l’altra metà invece mi seguirebbe dagli alberi tirando i semi in testa a me e a quelli che camminano e sarebbe bellissimo.

Quindi io direi: fate i figli, oppure invece del cane prendetevi uno scimpanzé o un gorillino, perché sarei meno drastico del papa.

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