- Sembra un principio di etica “pubblica” nel nostro paese il dire quel che si pensa, non necessariamente il pensare a quel che si dice prima di dirlo.
- La società civile non potrebbe esistere se le persone dicessero sempre e dovunque quel che pensano ed esternassero le loro emozioni senza veli. L’uso del linguaggio è un lavoro di cesello.
- Anzi, più delle pietre, perchè con una pietra si colpisce un bersaglio specifico mentre con le parole estendiamo il nostro raggio di influenza su molti. Il parlare in pubblico ha la capacità (e chi lo usa ne è ben consapevole) di generare onde identificative che fanno opinione.
Sembra un principio di etica “pubblica” nel nostro paese il dire quel che si pensa, non necessariamente il pensare a quel che si dice prima di dirlo. L’elogio del non nascondimento è folcloristico e poco o nulla ha a che fare con la sincerità; molto ha invece a che fare con il desiderio di generare dispute ed essere onnipresenti nell’audience. Al centro di questo straordinario amore per la trasparenza nel linguaggio pubblico è in questi giorni la questione della violenza sulle donne, che a molti


