- La scommessa di Pascal sul credere o no in Dio applicata ai vaccini e ai rischi connessi direbbe che il no-vax rischia grosso, perché finora in Italia è morta per Covid ben una persona ogni 500 abitanti, mentre il pro-vax rischia poco, perché finora in Inghilterra, dove la popolazione è stata vaccinata a tappeto, è morta per reazione avversa al vaccino soltanto una persona ogni 100mila abitanti
Draghi ha criticato duramente l’inefficienza e il ritardo della campagna di vaccinazione, affidando la gestione a un generale dell’esercito. Ma a cosa serve far intervenire un militare, se non gli si affidano i poteri di guerra per mettere in riga un gregge di pecoroni come il nostro, contagiato non solo dal virus, ma anche da un antiscientismo da ignoranti e da un edonismo da bambini viziati?
Draghi ha fatto bene a ricordare il 25 aprile che «non tutti gli italiani furono brava gente», ma ha sbagliato il tempo verbale: avrebbe dovuto dire che «non tutti gli italiani sono brava gente».
Il caso ha voluto che a reggere le sorti del governo ecclesiastico e statale in questo momento cruciale per la lotta alla pandemia in Italia siano due esponenti della cultura gesuitica: Jorge Mario Bergoglio direttamente, per ordinazione, e Mario Draghi indirettamente, per formazione. Il loro comportamento pubblico si adegua infatti perfettamente alla caratteristica principale dei gesuiti, che consiste nell’essere campioni di un equilibrismo verbale che permette loro di parlare senza che si cap



