l’appello di Domani su Change.org

Per liberare Ikram Nazih è necessario contrastare le leggi sulla blasfemia

  • La vicenda di Ikram Nazih, la ragazza italo-marocchina condannata a tre anni di carcere al suo rientro in Marocco per un post giudicato blasfemo, pubblicato due anni prima e rimasto online non più di 15 minuti, e sulla quale Domani sta portando avanti un’importante campagna di sensibilizzazione e informazione, ci può aiutare a conoscere meglio un contesto repressivo assai più ampio, praticamente globale.
  • Oltre che in Marocco, in almeno altri 80 stati sono in vigore leggi che criminalizzano la blasfemia, definita nei codici penali come reato di “offesa alla religione”, “offesa ai sentimenti religiosi”, “offesa alle figure sacre della religione” e in altri modi ancora.

  • Ecco alcune storie di casi analoghi, che si sono concluse con assoluzioni o mitigazioni delle condanne: c’è da sperare che, anche nel caso di Ikram, alla spietatezza del giudice di primo grado seguano la clemenza e la saggezza del giudice d’appello.

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