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Perché serve una sana rivolta luddista contro il monopolio dell’intelligenza artificiale

Come sostengono i premi Nobel Daron Acemoglu e Simon Johnson, il progresso tecnico non è sempre socialmente benefico. Almeno non lo è in modo automatico, cioè tale da accrescere il benessere complessivo, anche degli strati più deboli della società. Il benessere si diffonde se la tecnologia è orientata ad aumentare la produttività dei lavoratori, e non a diminuirne il numero. Avevano perfettamente ragione quelli che si rivoltavano distruggendo le nuove macchine

Nel loro recente libro post-premio Nobel, Power and Progress, Daron Acemoglu e Simon Johnson sostengono con molti esempi che il progresso tecnico non è sempre socialmente benefico. E si occupano soprattutto di intelligenza artificiale. Almeno, non lo è in modo automatico, cioè tale da accrescere il benessere complessivo, anche degli strati più deboli della società. Portano esempi storici importanti, di cui qui ne citiamo qui solo alcuni. Nel tardo medioevo ci furono importanti progressi tecnici,

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