- Dopo le elezioni, Matteo Salvini ha deciso di aprirsi alla “collegialità”, un anno dopo aver chiesto pieni poteri al Papeete: «Ci sarà una segreteria politica. Io più delego e più sono contento».
- In realtà la segreteria potrebbe essere composta da fedelissima. Ma non sarà facile ignorare chi, come Luca Zaia, ha dimostrato di avere una forte attrattiva personale.
- Che ruolo avrà il presidente del Veneto nel nuovo partito? E che ruolo avrà Giancarlo Giorgetti, accreditato per una svolta europeista della Lega? Al momento entrambi sono rimasti fermi e non è chiaro se andranno fino in fondo.
La chiamano “collegialità”. E di solito viene invocata all’indomani di una sconfitta elettorale. Perché il leader solo al comando funziona fino a quando fa vincere le elezioni. Ma non appena inciampa, ecco che i suoi avversari presentano il conto. Molto spesso la collegialità coincide con l’inizio della parabola discendente del capo che, costretto a mediare, smussare, condividere, si ritrova imbrigliato e, col passare del tempo, fagocitato. È presto per dire se le elezioni regionali e la sco



