La premier si è affrettata a dichiarare che non ha la minima intenzione di lasciare il governo nel caso in cui il referendum costituzionale sconfiggesse il premierato. Ma se davvero questa è “la madre di tutte le riforme”, una sua sconfitta alle urne potrebbe rimanere senza conseguenze politiche?
Una volta stabilito che una percentuale ragguardevole di italiani, lo testimoniano gli esiti dei referendum costituzionali, sono contrari alle revisioni, in particolare, della forma parlamentare di governo, chi può sostenere che hanno ragione i sedicenti improvvisati riformatori? Perché mai qualsiasi riforma costituzionale, da Renzi a Meloni, dovrebbe essere preferibile a quanto fu scritto da Calamandrei e Mortati, Fanfani e Basso (non intendo eccedere nell’elenco)? In base a quale valutazione



