A un anno dall'invasione dell'Ucraina, la Russia non avanza né arretra. Oggi il suo presidente deve prenderne atto: annettersi parti più o meno grandi dell'Ucraina è ormai impossibile, troppe morti e distruzioni vi ha portato per pensarci ancora.

Quali obiettivi può porsi Vladimir Putin? Uno che considera solo i rapporti di forza non penserà certo di sconfiggere gli Usa. Quando afferma che essi, armando Kiev, sono in guerra con la Russia, il maestro di Judo fa una finta per sbilanciare l'avversario. Un'altra meta, che può invece conseguire, compare nei suoi discorsi.

Quando parla di lotta all'occidente dal modo di vita degenerato (qui suonano sinistri echi storici) non pensa alla lontana, troppo forte, Washington, ma alla vicina Ue, la cui debolezza politico-strategica risalta più che mai. Fiaccarla, se possibile renderla irrilevante, oscurando il faro che rappresenta per tanti europei ansiosi di farne parte; questo sì è un bersaglio alla sua portata.

Priva, per noti motivi, di una sua politica estera e di difesa, la Ue l'ha appaltata agli Usa, che decideranno, in base ai loro interessi, fin dove spingersi; sarebbe bizzarro chiedergli di anteporre a tutto la difesa della compattezza della Ue, tanto più se un presidente repubblicano e isolazionista (non c'è solo Trump...) prevalesse nel 2024. Il risultato è che il bersaglio di quest'attacco non ha i mezzi per difendersi, e neanche può averli in fretta!

Gli obiettivi di Washington

Chissà, magari il presidente Usa Joe Biden, pensando alla riconferma, vorrà chiudere il quadriennio arrivando a un “Cessate il fuoco”. Egli è appena volato a Kiev e a Varsavia, ma non a Bruxelles; Romano Prodi, intervistato dal Corriere della Sera, si chiede se qualcuno sarà tentato di separare i nove paesi dell'Est dai fondatori della Ue. La Polonia è sì in prima linea contro la Russia, ma pure ai ferri corti con la Ue sullo stato di diritto.

Putin avrà bisogno di erodere dall'interno il supporto Ue all'Ucraina. Se la Polonia è ben vaccinata contro le mire di Mosca anche altri, come Ungheria e Italia, governati da partiti molto scettici sulla Ue, vagheggiano l'Europa delle Patrie; ognuna con la sua politica estera e la sua armata obsoleta, se non con cavalli e pennacchi, con armi e sistemi non integrabili. L'ombrello lo reggerebbe sempre Washington.

Dovremo prepararci a altre e più gravi affermazioni di Berlusconi e Salvini; quando per Putin sarà ora di battere il ferro, il clima si scalderà ed essi si atteggeranno a difensori della pace. I volatili 5 Stelle di Giuseppe Conte gli soffieranno nelle vele. Il posticcio atlantismo della premier Giorgia Meloni sarà sottoposto a dura prova; magari toccherà al Pd, sperimentato Cireneo, dilaniarsi per decidere se portare la Croce di un nuovo governo di unità nazionale.

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