- Dopo la prima cascata di no a Draghi, matura il contrordine delle forze politiche che cercano il modo di giustificare la convergenza sul sì. Questo governo nasce da un atto di coraggio del Colle ma anche dal principio naturale di quando il sistema decisionale democratico entra in crisi: se non riesci ad avere una maggioranza ti devi accontentare della unanimità.
- Il Colle ha detto a un uomo che ha un curriculum internazionale di altissimo profilo: tu crea tutte le condizioni democratiche per fare funzionare la macchina e risolvere le emergenze.
- Prima del semestre bianco – a luglio – il governo Mattarella-Draghi deve fare il possibile per rendere irreversibili riforme profonde, rendere operativa la macchina degli interventi economici con debito buono e varare una legge proporzionale.
Alla fine del primo giro di consultazioni del presidente del consiglio incaricato è emersa l’orgia del giustificazionismo. Vito Crimi, con un penoso balbettìo, ha declassato il confronto a una «chiacchierata». Matteo Salvini, altro giustificazionista ma abile e con faccia tosta, ha recitato la parte di vecchio europeista e vecchio unitario. Mentre parlava d’altro, gli è sfuggito, come sgorgato dal profondo, che era il giorno di Santa Dorotea. Nel Pd si apre una partita. Da una parte, l’area del



