- Qualcuno in questi giorni ha sottolineato che sentir dire “eleggiamo una donna”, serve “una donna” è fastidioso. Persino: un insulto.
- Io credo invece che le forzature nelle situazioni problematiche servano. E noi, in questo paese, dal punto di vista del genere, ci troviamo senza dubbio in una situazione problematica. Petrosa, inamovibile, checché appaia dalla schiuma rappresentata dal chiacchiericcio social.
- Dunque c’è da sperare davvero che il nuovo presidente della Repubblica alla fine sarà una donna, ma soprattutto c’è da sperare che in futuro lo scenario di un presidente donna non venga più paventato sempre e solo come suggestiva novità.
Era l’inizio del 1999, avevo tredici anni: entusiasta della possibilità che Emma Bonino diventasse presidente della Repubblica, iniziai a tenere la sua foto nel portafoglio. Ricordo con precisione il momento in cui la mostrai, in autobus, a un compagno di classe. Un ritaglio di giornale in bianco e nero, la foto della campagna Emma for President, forse imitando e variando l’abitudine di mio padre a tenere accanto alle banconote e alle carte di credito quella di Mussolini. Emma Bonino fino a



