- Mario Draghi, il tecnico decisionista sopra le parti, con grande reputazione internazionale, sarebbe la soluzione più ovvia per il Quirinale, sostenuta da uno strabordante consenso nell’opinione pubblica, ma anche quella più difficile da maneggiare per la classe politica.
- La convergenza sul passaggio del premier al Quirinale presuppone che le stesse forze politiche condividano cosa salvare e cosa cambiare del governo da lui presieduto, nell’ultimo anno della legislatura.
- Non possiamo permetterci, come Paese, di sprecarlo solo per garantire altre dodici mensilità e la pensione ai parlamentari in carica.
Arrivati vicini al dunque, rimangono ferme tanto la riluttanza dei leader di partito a sostenere apertamente questa soluzione, quanto l’evidenza da nessuno confutata che solo sul nome di Mario Draghi appare plausibile una convergenza da tutti i fronti (sinistra, destra, Cinque Stelle), tale da rendere la scelta del prossimo presidente della Repubblica se non unanime, politicamente trasversale e largamente condivisa. Il tecnico decisionista sopra le parti, con grande reputazione internazionale



