- La sconfitta del 25 settembre non è una fatalità. E il problema per le “non destre” non è semplicemente cambiare i dirigenti.
- Devono trovare il coraggio di rimettere in fila le priorità, mettendo l’accento sulla pace e sul blocco del riarmo, sull’accelerazione della transizione energetica, scegliendo rinnovabili, idrogeno e investimenti ambientali, sulla difesa dei principi e l’attuazione della Costituzione.
- E quindi sul sostegno al lavoro a tempo indeterminato,meglio pagato, insieme al salario minimo per legge, sulla lotta alle disuguaglianze con risorse e interventi contro la povertà, ormai a livelli insopportabili, partendo da un no corale all’attacco al reddito di cittadinanza.
La sconfitta del 25 settembre non è una fatalità. Le destre arrivano al 44 per cento dei voti, ma i parlamentari ottenuti sono il 59 per cento, è il risultato della moltiplicazione maggioritaria della legge elettorale. Dopo lo scioglimento del parlamento, appelli e iniziative chiarirono che l’unico modo per non regalare una vittoria alle destre era un accordo nei collegi uninominali maggioritari. Inutilmente. Così siamo arrivati al cappotto delle destre nei seggi uninominali della Camera e d


