- La scelta di Matteo Renzi di sedere a pagamento nel board in un istituto controllato uno stato estero è così inopportuna che doverne spiegare la gravità può sembrare esercizio pleonastico.
- I motivi più evidenti sono già stati elencati su questo giornale da autorevoli commentatori, che hanno ricordato come l’Arabia Saudita sia una teocrazia antidemocratica, il cui regime viola sistematicamente i diritti umani e delle minoranze.
- Al netto delle giustificazioni stravaganti dell’ex premier, ci sono altre ragioni che dovrebbero convincere il capo di Italia viva a dimettersi al più presto dal FII Institute, l’ente finanziato dal fondo sovrano della monarchia. E riguardano i palesi conflitti di interesse tra l’incarico mediorientale e il ruolo di senatore della Repubblica.
Renzi, l’Arabia e quelle dimissioni necessarie
01 febbraio 2021 • 21:07