Faccio parte di quella ristretta quota di contribuenti (2 per cento) che dichiara un reddito superiore ai 75.000 euro all’anno. Ritengo vergognoso lo stop che il parlamento ha dato all’iniziativa Draghi di posporre di un anno il vantaggio fiscale, previsto per la mia fascia di reddito, a favore di uno scopo più che condivisibile e cioè contenere l’aumento della bolletta energetica per le famiglie.  

Come tutte le imposte indirette, infatti, questa incide nello stesso modo su tutte le fasce di reddito, seppure in termini assoluti diversi e condizionati dai consumi.  

Quella del presidente del Consiglio Mario Draghi è sembrata una semplice proposta di solidarietà in un Paese ricco soprattutto di disuguaglianze e stremato alla pandemia.

E’ stato recentemente sottolineato da Umberto Garimberti come sembri che in Italia si sia perso il senso della comunità a causa dell’estremo individualismo in cui è precipitata la società e che questa perdita sia all’origine della mancanza di solidarietà dimostrata da coloro che, rifiutando il vaccino, guardano molto al loro particolare ma non considerano che vaccinarsi non solo porta un beneficio innegabile a se stessi ma è anche uno strumento per salvaguardare la salute degli altri, magari più fragili e meno protetti.

Parallelamente la stessa mancanza di solidarietà è anche all’origine della mancata approvazione di un provvedimento giusto e sacrosanto del quale noi “alti contribuenti” ci saremmo a mala pena accorti.

Atti come  questo rischiano di passare sotto silenzio, nell’assordante rumore di fondo della politica nostrana; credo invece che debbano essere occasione per riflettere e chiederci in quale paese stiamo vivendo, che nega la più ovvia delle solidarietà, con una politica tutta tesa a difendere posizioni identitarie ed a rincorrere il consenso con ogni mezzo, indipendentemente dal rispetto del bene comune.

Poiché credo di non essere l’unico ad affermare che posporre un vantaggio fiscale di meno di 250 euro all’anno non costituirebbe una tragedia per noi contribuenti, credo che dovremmo proporre una iniziativa allo scopo di rimettere all’ordine del giorno del parlamento la proposta del presidente del Consiglio.  

Credo che in alternativa molti di noi sarebbero disposti a rinunciare, se fosse possibile, al beneficio economico.

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