- Chi decide nei nostri governi deve aver chiaro che siamo in guerra noi tutti in Europa.
- La politica delle sanzioni è una guerra combattuta con mezzi economici e deve essere congegnata in modo da colpire duramente chi ha responsabilità nella decisione di invadere; dunque Putin e gli oligarchi che si arricchiscono all’ombra del suo regime autoritario.
- Devono pagare duramente coloro che molto hanno da perdere, perché ciò fa sperare che le ostilità non si protraggano. La sofferenza dei molti non è mai conveniente come quella dei pochi per chi aspira a ridurre i tempi della guerra.
La globalizzazione non risparmia la politica delle sanzioni. La quale riposa su una promessa di efficacia (promessa, si badi bene, non certezza) perché e nella misura in cui gli stati sono tra loro abbastanza non interdipendenti. La sanzione deve dissuadere chi ne è colpito; ed è relativamente meno penosa e ingiusta se fatta per colpire non la popolazione ma chi governa, cioè i responsabili della violazione del diritto. Nell’era globale, la logica della “guerra per fame” si incrina. Infatti,



