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Se vogliamo progredire dobbiamo superare i nostri confini ideali

  • Nella vita siamo destinati a passare confini delimitati dalle nostre scelte etiche o dai nostri desideri. Persino ricorrenze come il 25 Aprile e il Primo Maggio sono confini ideali che circoscrivono insiemi di valori. E non sono inamovibili o superflui come vorrebbe qualcuno, anzi “inciampare” su di essi può essere produttivo.
  • L’uomo ha bisogno di confrontarsi continuamente con i propri confini, vincendo responsabilmente le proprie paure nell’affrontare l’ignoto. Non aiuta il progresso costruire muri, ma neanche autostrade che superino le frontiere senta farci percepire la diversità.
  • Servono porte capaci di aprire, che ci invitino a girare la maniglia per mettere in discussione l’ordine del del luogo dove ci troviamo, esplorandone altri.

Riflettere sui confini che attraversiamo durante la vita può provocare un senso di vertigine. Non stiamo parlando di quelli fisici, delimitati da dogane o fili spinati, ma di quelli che segnano il passaggio tra ciò che siamo e ciò che possiamo diventare, tra le nostre identità e quelle degli altri. Margini che impongono limiti alle nostre scelte etiche e morali, o indicano l’espansione massima dei nostri desideri. Persino ricorrenze come il 25 Aprile e il Primo Maggio o le parole “antifascism

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