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Si fa la crisi di governo per la febbre dell’oro europeo e non per i morti da Covid

  • Il partito di maggioranza parlamentare, il Movimento Cinque stelle, è così sfilacciato da non riuscire a fare argine ai vai umori che lo attraversano, spesso identici a quelli dei partiti di opposizione.
  • Il Pd soffre di una debolezza strutturale per l’interna contaminazione degli umori conflittuali di Italia Viva.
  • Insomma, nessuno dei due alleati ha un’identità definibile sulla quale scommettere sul futuro del governo. E questo è un fattore di instabilità: partiti liquidi, segreterie che non riescono a coagulare le fazioni in una posizione unitaria.

Nemmeno una pandemia emancipa la nostra classe politica dall’interesse di parte. Il Recovery Fund ha scatenato la febbre dell’oro. Questione di metodo e di sostanza: dove, con chi e come investire i miliardi di euro. Nulla di illegittimo, soprattutto in un governo di coalizione, dove il confronto tra le parti su obiettivi, processi e tempi può essere un’iniezione di energia e di miglioramento delle decisioni. Il potere di veto dei numeri piccoli non è necessariamente un male, anche se è una dell

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