- Il partito di maggioranza parlamentare, il Movimento Cinque stelle, è così sfilacciato da non riuscire a fare argine ai vai umori che lo attraversano, spesso identici a quelli dei partiti di opposizione.
- Il Pd soffre di una debolezza strutturale per l’interna contaminazione degli umori conflittuali di Italia Viva.
- Insomma, nessuno dei due alleati ha un’identità definibile sulla quale scommettere sul futuro del governo. E questo è un fattore di instabilità: partiti liquidi, segreterie che non riescono a coagulare le fazioni in una posizione unitaria.
Nemmeno una pandemia emancipa la nostra classe politica dall’interesse di parte. Il Recovery Fund ha scatenato la febbre dell’oro. Questione di metodo e di sostanza: dove, con chi e come investire i miliardi di euro. Nulla di illegittimo, soprattutto in un governo di coalizione, dove il confronto tra le parti su obiettivi, processi e tempi può essere un’iniezione di energia e di miglioramento delle decisioni. Il potere di veto dei numeri piccoli non è necessariamente un male, anche se è una dell


