- I sondaggi influenzano in maniera profonda la politica. Certamente costituiscono uno strumento utile per conoscere gli umori dell’opinione pubblica, ma non forniscono (più) un quadro attendibile dell’esito finale delle elezioni.
- Gli analisti continuano a ripeterlo ogni volta, e mettono in guardia da una eccessiva fiducia sulla corrispondenza tra previsioni e risultati effettivi, ma i mass media ci marciano sopra baldanzosi.
- Più che guardare alle minime oscillazione delle preferenze partitiche è utile cercare di individuare quali sono le priorità e le aspettative, le paure e le speranze degli italiani.
Il 26 maggio un primario istituto di sondaggio tedesco, l’Insa, pubblicava i dati sulle intenzioni di voto dei cittadini della regione Sassonia-Anhalt, dove si sarebbe votato il 6 giugno. Le previsioni erano terribilmente fosche per il partito di Angela Merkel, la Cdu. Secondo l’Insa, infatti la Cdu avrebbe ottenuto solo il 25 per cento e sarebbe stata superata dall’estrema destra dell’Afd. La politica berlinese ha trattenuto il fiato per 10 giorni temendo l’onda nera e la disgregazione dei


