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Stare al governo ha rovinato il Pd: serve una traversata nel deserto

Italy's Prime Minister Giuseppe Conte addresses a media conference at an EU summit in Brussels, Friday, Dec. 11, 2020. European Union leaders have reached a hard-fought deal to cut the bloc's greenhouse gas emissions by at least 55 percent by the end of the decade compared with 1990 levels, avoiding a hugely embarrassing deadlock ahead of a U.N. climate meeting this weekend. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
Italy's Prime Minister Giuseppe Conte addresses a media conference at an EU summit in Brussels, Friday, Dec. 11, 2020. European Union leaders have reached a hard-fought deal to cut the bloc's greenhouse gas emissions by at least 55 percent by the end of the decade compared with 1990 levels, avoiding a hugely embarrassing deadlock ahead of a U.N. climate meeting this weekend. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
  • Sostiene l’istituto di sondaggi SWG che Giuseppe Conte condurrebbe il Movimento 5 Stelle dal 15,8 al 22 per cento precipitando il Pd poco sopra il 14.
  • Sarà sgradevole dirlo, ma quel partito, il mio partito, oggi è fortissimo nel Palazzo e debole nel paese. I motivi affondano nel tempo anche se uno domina sugli altri e coincide con la contraddizione della nostra parabola, non solo recente.
  • Lo stare al governo – in sé, per un partito, traguardo fondamentale – è divenuta l’arte di una classe dirigente sempre più identificata con quella dimensione e sempre più lontana dal bisogno di darne una motivazione solida.

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