La politica e la lotta alle mafie. Le storie delle vittime e dei padrini delle cosche. Le stragi di cosa nostra del ‘93 e i naufragi nel mediterraneo avvolti dall’indifferenza dei governi e dell’Europa. Le storie di Daphne Caurana Galizia, la giornalista uccia a Malta, e di Anna Politkovskaja, ammazzata per le sui inchieste sulle barbarie del regime di Putin.

Tutto questo è Trame 12, e molto di più: questa edizione (20-25 giugno, Lamezia Terme) del festival di libri sulle mafie, che ho l’onore di dirigere, è un percorso di riflessione su temi intrecciati tra loro. Sono legati i sistemi criminali spesso alla base di regimi autoritari, dai quali fuggono donne, uomini e bambini. Sono connessi i meccanismi usati dalle organizzazione mafiose di casa nostra a quelli di altri gruppi internazionali, insieme compongono alleanze, joint venture che trasformano il singolo clan in multinazionale del crimine.

“Mediterraneo” è la parola scelta per questa dodicesima volta di Trame. Un festival con una storia straordinaria, che prescinde da chi dirige e da chi lo farà in futuro. Perché Trame è prima di tutto una storia collettiva di resistenza alla prepotenza della ‘ndrangheta e della mafia in generale. È la dimostrazione che se uomini e donne decidono di mettersi insieme per combattere l’arroganza dei boss, migliora la comunità intera.

La fondazione del festival infatti è merito dell’associazione antiracket di Lamezia Terme, la città dove da oltre un decennio si svolge la cinque giorni di eventi. È nato per diffondere cultura dell’antimafia, delle regole, dell’uguaglianza. La diffidenza inziale si è trasformata in un coinvolgimento appassionato del territorio.

Quest’anno tra gli ospiti ci sarà anche la politica nazionale. Mercoledì 21, infatti, Elly Schlein salirà sul palco intervistata dal direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, per dialogare sull’attualità ma soprattutto di come serva al paese una strategia radicale per contrastare il potere mafioso e la corruzione, che benché ne dicano i negazionisti della mazzetta, è un fenomeno diffuso e sempre più legato a strutture criminali complesse.

Era prevista anche la presenza in remoto del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, per parlare della necessità di salvaguarda le imprese sane e proteggerle dalla concorrenza sleale di aziende controllate dalle mafie. All’ultimo, però, ha dovuto annullare per impegni imprevisti. È importante il confronto con chi governa e con chi siede in parlamento.

Trame vuole essere una spina nelle coscienze, ha il compito di stimolare la politica, ultimamente molto distratta rispetto alla lotta alla mafia, silente su un fenomeno che non è solo criminale, ma è economico, finanziario, culturale e sociale. Avremo testimoni del territorio, in prima linea, racconteremmo la giustizia che ancora tanti familiari di vittime dei clan attendono.

La piazza di Lamezia sarà il luogo dello scambio e della conoscenza. Il terribile biennio delle bombe e delle stragi di mafia sarà affrontato con autorevoli magistrati (Nicola Gratteri, Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Luca Tescaroli, Giuseppe Borrelli) con i quali proveremo a spiegare anche l’evoluzione finanziaria di ‘ndrangheta e camorra, imperi cresciuti a dismisura sul e grazie al mediterraneo.

In quel mare che inghiotte corpi in cerca di una vita normale nell’Europa, trasformata dai governi in fortezza inaccessibile. L’unico modo per capire cosa succede lì nel centro del mediterraneo è ascoltare la voce di chi salva le vite: avremo Cecilia Strada, Alessandra Sciurba e Giorgia Linardi, per gridare forte che gli esseri umani hanno diritto a emigrare e a essere salvati se in pericolo di vita. Dovrebbe essere scontato, eppure nell’epoca del cinismo fatto sistema non lo è più

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