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Su AstraZeneca il governo ha subordinato la ragione al potere

  • Il governo Draghi è convinto che all’apparire del parere positivo dell’Ema la somministrazione del vaccino AstraZeneca ripartirà «speditamente» e senza strascichi. Ma sul vaccino inglese c’è ormai una nube di scetticismo e timore che difficilmente potrà svanire istantaneamente.
  • La sospensione è stata una decisione politica dettata dalla scelta della Germania. La telefonata fra Draghi e Emmanuel Macron lo conferma implicitamente, le esternazioni della commissaria europea Ursula von der Leyen sul fatto che «Moderna e Pfizer sono case farmaceutiche molto affidabili, AstraZeneca no» lo ribadiscono.
  • A cosa serve un presidente del Consiglio di «alto profilo» se poi di fronte a una questione che non è esagerato definire di vita o di morte si accoda a una bassa logica di subordinazione verso la potenza di riferimento europea, che in questo caso ha scelto una strada irrazionalmente pericolosa? 

Vedremo se il governo di Mario Draghi riuscirà nell’impresa improbabile, ma tecnicamente non impossibile, di rimettere il dentifricio nel tubetto. Il governo è convinto che all’apparire del parere positivo dell’Ema la somministrazione del vaccino AstraZeneca ripartirà «speditamente» e senza strascichi, anche se tonnellate di studi indicano che l’accettazione dei vaccini da parte della popolazione è una questione complessa che si regge sul delicato equilibrio fra la fiducia nel prodotto (il vacc

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