All’inizio di questa settimana abbiamo scoperto un nuovo fronte di questo governo, la battaglia contro le famiglie omogenitoriali. Con la circolare del prefetto di Milano che segue la comunicazione del Viminale sulla sentenza della Cassazione a sezioni unite. Tutto regolare dal punto di vista meramente formale e, quindi, dell’applicazione della legge.

Tanto che il sindaco Beppe Sala ha spiegato bene cosa accadrà nel suo comune: lo stop alla trascrizione se non in un caso specifico (quello di due mamme il cui figlio sia nato all’estero in stati dove è regolamentata la fecondazione eterologa anche per le coppie dello stesso sesso). Ma si può pensare di affrontare una questione tanto delicata e tanto importante brandendo le sentenze e ordinando ai prefetti di adeguarsi?

Sindaci in prima linea

Non mi si venga a dire che sto proponendo delle derive sovversive perché il tema è un altro. Per anni, iniziò la sindaca di Torino Chiara Appendino e mi piace ricordarlo perché adesso siamo colleghi in parlamento, i sindaci si sono assunti delle responsabilità: quelle di colmare un vuoto normativo registrando i figli delle coppie dello stesso sesso.

L’abbiamo fatto anche noi a Bologna e ricordo diversi momenti, nel mio allora ufficio di sindaco. Momenti belli perché negli occhi di queste coppie si riconosceva un grande orgoglio, quello di essere finalmente riconosciute come portatrici e portatori di diritti, genitori entrambi di un bimbo o di una bimba, tanto desiderato.

E quasi sempre, a pochi metri, c’era un passeggino dove si trovava un neonato che dormiva o reclamava attenzione.

La strada dei diritti

Anche nel periodo difficile del Covid, esaurita la fase del lockdown, abbiamo ripreso a registrare. Questo vuoto normativo non è stato colmato tanto che non esiste ancora neanche un provvedimento per le adozioni nelle coppie dello stesso sesso.

Chi lo fa segue un lungo e complicato iter giudiziario. Sento fortemente questo tema, ora che sono in parlamento, perché il vuoto normativo potrebbe colmarlo solo un provvedimento di legge che però, in questo momento, vediamo ovviamente lontano, tanto che il Senato ha bocciato il regolamento Ue per i figli di coppie dello stesso sesso. Neanche il centrosinistra ci è riuscito e ricordiamo che, per approvare le Unioni Civili, fu necessario stralciare la stepchild adoption
Ma veramente pensiamo che spedire una circolare ai prefetti risolva la situazione? Un tema peraltro, di cui sono esperto, avendo deciso nel primo mandato di trascrivere le nozze gay contratte all’estero (non esisteva ancora la legge sulle unioni civili), decisione impugnata dall’allora ministro Angelino Alfano che ordinò, appunto, al prefetto di annullare i miei atti. Per quella decisione venni anche indagato per abuso d’ufficio, indagine poi archiviata.
Che la strada dei diritti sia sempre impervia lo sa per primo il movimento Lgbtq+. Ma che la battaglia passi da un attacco alle famiglie dà il senso di una cattiveria che, per primi, sono i bambini a non meritare. Questo parlamento ha una grande responsabilità, quella di colmare questo vuoto. Per il Pd è un tema prioritario che la nuova segreteria dovrà affrontare, consapevole che anche da questo impegno passa la nostra essenza e il nostro senso di esistere.

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