In questi giorni non si fa altro che parlare del superbonus 110 per cento, ma l'origine di questa agevolazione economica non è molto chiara ma oggi io vi spiegherò come è nata davvero.

Avevo un box auto, ereditato nella primavera del 2020 da mia zia a San Frustino del Monte, nota località collinare in Puglia, il cui santo patrono è il protettore degli assalti ai portavalori. Questo box mostrava piccolissimi difetti di costruzione: mancava il tetto, niente impianti e una parete era in comune con la guardia medica. Ah, oltre alla pavimentazione in amianto.

Così chiesi un preventivo a mastro Michele, il fruttivendolo ambulante che il giovedì fa cartongesso e piccole manutenzioni. Migliorie che, secondo Mastro Michele, mi venivano 70 mila euro. Col computo metrico in mano andai dalle colonne portanti del governo giallo-rosso, Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti.

I "bofuf” di Zingaretti e Conte

Nicola Zingaretti e sullo sfondo Giuseppe Conte (LaPresse)

Parlai prima con Zingaretti. Puntando molto sui suoi trascorsi da odontotecnico per qualche idea geniale: «Pinuccio servirebbe un bofuf». In un primo moneto non capii, ma lui ribadì: «Un bofuf a fonfo ferduto». Traducendo dal dizionario zingarettiano, capii che stava parlando di un bel bonus a fondo perso, così andammo dall'avvocato del popolo per risolvere la questione legale.

Non feci neanche in tempo a spiegare l'idea partorita con Zingaretti, che Conte era già in diretta su Facebook ad annunciare il “Bonus”, che divenne subito “Superbonus”: «Così risolveremo i problemi del paese», spiegò. L'enfasi della diretta, però, non aggiunse dettagli tecnici alla misura. Ci voleva un consulente esperto. Mi permisi di suggerire Gaetano Protestato, assai noto per le sue capacità finanziarie nell'hinterland pugliese.

Nella call a quattro su Zoom, mentre Conte pensava ancora di essere in diretta su Facebook e Zingaretti puliva lo schermo dalle sue “sputacchie”, con Gaetano definimmo alcuni parametri abbastanza vantaggiosi per la malavita organizzata.

«Allora Gaetà, concludendo, chi può accedere ai fondi? Se non ho capito male tutte le società edili anche fresche di costituzione. Mastro Michele la apre domani e rientra. E la percentuale di sconto a quanto la facciamo?».

A questa domanda si svegliarono un po’ tutti: Conte propose il 70 per cento, Zingaretti 80 per cento e Gaetano il 110 per cento. «Scusa Gaetà in che senso 110?», chiedo. «Nel senso che ti diamo più di quanto spendi – rispose Gaetano, naturalmente con le banche che ti fanno da garante. I controlli vengono dopo aver erogato i soldi, in modo da dare il tempo di chiudere le società e andare all’estero».

I palazzinari

«Va bene tutto: 110 per cento, soldi in banca o in posta…però manca qualcosa di innovativo. Qualcosa che nobiliti», questionarono Conte e Zingaretti in coro. Allora ci pensai io: un  colpo di genio per far andare in porto la trattativa. Tirai fuori una prefisso magico di thunberghiana memoria: «chiamiamolo “EcoBonus”».

Ecco che una luce divina illuminò la stanza e i cori dei palazzinari iniziarono ad intonare il gloria. Immaginammo così un paese bello ed ecosostenibile. E a San Frustino del Monte è arrivato un miliardo di euro di Ecobonus a Mastro Michele edilizia srl, aperta il lunedì e chiusa il mercoledì dopo.

Questa la storia vera di un piccolo comune dove tutti i residenti hanno incassato il credito… tutti tranne me perché nel frattempo ho optato per un più convenite mix con: bonus facciata, sisma bonus e bonus psicologo con quello della guardia medica.

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