Ciascuno di noi ha un telefono e moltissimi ormai un cellullare: sono strumenti preziosi per comunicare per motivi di lavoro, per discutere di questioni familiari o comunicare con il commercialista che ci fa la dichiarazione dei redditi.

Le variazioni non si contano ed è inutile tediare il lettore. Ebbene ogni mattina quando appena ho il tempo di sedermi alla mia scrivania e accendere il computer inizia a trillare il telefono fisso: ho il vivavoce e rispondo. Sempre una donna mi chiede se voglio cambiare gestore per Eni, Enel, Tim e via salmodiando e mi chiede se voglio accettare una proposta molto più vantaggiosa e, senza darmi il tempo di fiatare, continua la sua tiritera con un’improntitudine che non conosce limiti.

Sono paziente, educato: tra me e me mi chiedo perché siano sempre donne. La risposta è semplice: gli uomini, i mariti o i figli bene o male hanno un loro lavoro sia esso fisso o saltuario, ma qualcosa fanno arrangiandosi come vuole il buon dio.

Le donne, come si sa dalle statistiche dell’Istat o da altre indagini, in Italia hanno un assai alto grado di disoccupazione: tra i più alti in Europa in assoluto. A questo dato di fatto si aggiunge che le donne hanno licenza elementare e media, scuola superiore, laurea scemando sempre in discesa: in effetti sono delle disoccupate “organiche” anche con i titoli di studio perché nella selezione del lavoro si preferisce privilegiare gli uomini.

Stramaledetto maschilismo

La nostra organizzazione sociale e la stessa cultura è una stra maledetta società maschilista: e dico stramaledetta perché la Costituzione italiana sancisce parità di diritto ai cittadini italiani o quelli che lo sono divenuti quale sia il colore della loro pelle, il sesso, la religione che professano ecc.

Ebbene ricordare l’articolo 1

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese.

Ora la donna che mi telefona mi dice che chiama dall’Italia, altre specificano che chiamano dall’estero. Dunque una rete quanto meno europea ha al suo servizio un manipolo di addette - o schiave certamente mal pagate? - volte a disturbare l’utente. Con il cellulare posso bloccare il numero: ma è un pannicello caldo, perché la stessa voce mi richiama dopo pochi minuti e riprendere a farmi le sue proposte: esse dispongono di molti numeri di chiamata.

Alla terza quarta volta ho risposto: «Lei non mi deve più scocciare, ha capito!». Si è placata e non ha più chiamato. Per il fisso la questione è ancor più complicata: c’è solo il registro delle opposizioni all’Agcom ma è procedura assai farraginosa che io, pur avendo una laurea in architettura, non ho mai saputo usare.

Dopo questo martellare di telefonate decido di staccare il telefono e di togliere l’audio al cellulare. Così ho potuto scrivere queste poche righe.

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